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Fashion Revolution Week 2020 - Who made my clothes?

aprile 20, 2020
Nicoletta
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Fashion Revolution Week 2020 - Who made my clothes?
aprile 20, 2020
Sono passati almeno tre anni da quando ho sentito parlare della Fashion Revolution Week e nonostante abbia incontrato moltissime persone che la conoscevano da tempo, ne ho incontrate tante altre che non avevano la minima idea di cosa sia e a cosa serva.

Ecco perché continuo a parlarne, anche se ho già scritto qui e qui su questa iniziativa che mi sta in mezzo al cuore, penso penso non sia mai abbastanza e in questo modo posso diffondere il messaggio.


L'inizio di tutto è stato con un avvenimento tragico nel 2013 in Bangladesh, il crollo del Rana Plaza, un edificio dove lavoravano persone in condizioni terribili e livelli di sicurezza inesistenti. Più di mille persone morte.

Persone che lavoravano per alcuni dei più grandi marchi di moda, persone che avevano denunciato la loro situazione ma erano state ignorate.

Questa è stata la scintilla che ha gettato luce sulla condizione lavorativa di chi produce abbigliamento per il mercato del Fast Fashion. Quasi sempre in paesi poveri dove i diritti umani sono praticamente inesistenti.
Insieme a questa tragica condizione, si è iniziato a parlare anche dell'impatto ambientale, ovviamente in negativo causato dell'industri del Fast Fashion.

Compriamo e buttiamo indumenti nel giro di pochissimo tempo, per la scarsa qualità dei materiali o semplicemente perché è così che siamo abituati, ad avere sempre qualcosa di nuovo.
Si genera una quantità di rifiuti immensa, senza pensare che i tessuti vengono stampati e colorati con sostanze chimiche che contribuiscono all'inquinamento.


Quindi il mio Shopping contribuisce all'inquinamento? Non solo, contribuisce e sostiene le condizioni di lavoro disumane di quelle persone che non vediamo, non conosciamo ma esistono!


Ma cosa posso fare io?
Tu, io, noi, possiamo fare la differenza, abbiamo il potere di acquistare e di scegliere!
Quando spendi i tuoi soldi, sta facendo una scelta.
Lo so, all'inizio è difficile capire come sia possibile che comprando quella maglietta io possa alimentare tutto questo. E' un cambio di approccio che si ottiene con il tempo, diventando più consapevoli e informandoci meglio.

La Fashion Revolution ci informa, ci invita a fare delle scelte, ci fa vedere cosa c'è dietro e spesso è qualcosa che non ci piace ma c'è e la cosa bella è che possiamo fare qualcosa di concreto noi, con le nostre scelte.

In questa settimana di Aprile, posta una foto con un indumento indossato al rovescio, usa l'hashtag #WhatsInMyClothes per sensibilizzare l'opinione pubblica ma soprattutto quei Brand che producono ancora a spese dei più poveri, sfruttando il loro bisogno di sopravvivenza.



So come ti senti se è la prima volta che leggi un post su questa situazione, perché mi ci sono sentita anche io. Cercavo delle giustificazioni, il fatto a mano per me è troppo costoso e non ho alternativa che continuare ad acquistare maglie scadenti a prezzi bassi.
Siamo circondati da una società che ci porta verso un'unica direzione, siamo cresciute con l'idea che pagare il meno possibile un indumento sia un affare e non ci facciamo domande.
La verità non è che da un giorno all'altro ho cambiato idea e non sono più succube del Fast Fashion, no, non è così che funziona. E' un percorso, dove farsi domande è solo la punta dell'icebarg.

Sei sicura che i prezzi del fatto a mano siano troppo alti o magari la verità è che i prezzi delle multinazionali sono troppo bassi??
E come fanno ad essere così più bassi rispetto a agli altri?

Di nuovo giustificazioni, perché io, da sola non posso mica cambiare il mondo?!
Forse è vero, ma sei sicura di voler continuare a sostenere questo sistema? Quei Brand che sfruttano le persone per farti pagare meno a spese degli altri?

E' un tema delicato, complesso, non si cambiano le proprie abitudini dall'oggi al domani ma non per questo dobbiamo continuare in questo modo.
Ecco, in sintesi sono questi i ragionamenti che ho iniziato a fare.

Non posso dire di aver smesso completamente, al 100% di acquistare vestiti, oggetti o altro solo perché costano poco, è una di quelle abitudini dure a morire ma almeno sono consapevole.
Quando non mi faccio trasportare dall'acquisto compulsivo, cerco di acquistare solo ciò che realmente mi serve. Possibilmente di qualità così che duri a lungo.
Scegliendo il fatto a mano ogni volta che posso, perché questa è la realtà che voglio sostenere e di cui voglio far parte.

Già da un pò ho smesso di acquistare stoffe che non rispettavano la mia idea di eticamente sostenibili. Ho scelto altri fornitori, ho avuto spese più alte ma più alta è stata anche la soddisfazione di contribuire con le mie scelte alla possibilità di migliorare il mondo in cui vivo.

Anche per queste ragioni, ho deciso di iniziare a creare abbigliamento.
Per quelle come noi, che amano il nero, uno stile un pò goth, rock e dark non è semplice trovare maglie e vestiti hand made in Italy. Il mercato del fatto a mano in Italia è ricco di artigiane fantastiche, bravissime ma usano troppi colori e fantasie di fiori, che mi piacciono ma che non indosserei neanche sotto tortura!

Diciamo anche che anni fa, ho avuto una terribile esperienza lavorativa, assolutamente non paragonabile a quella del Rana Plaza ma simile e questa situazione la vivo in un modo molto particolare.

La Fashion Revolution ti chiede di farti domande, di essere consapevole delle tue scelte e di far arrivare il suo messaggio a più persone possibili.

Compra meno, scegli meglio e fa che duri a lungo. E se lo dice Vivienne!!



Con questo post non avevo intenzione di ammorbarti o mandarti in crisi, solo farti riflettere.
Il manifesto qui sopra lo puoi salvare, stampare e appendere perché non si diventa consapevoli in un giorno, serve tempo.

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Nicoletta  

Mai più niente da mettere, guida al Capsule Wardrobe

aprile 03, 2020
Nicoletta
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Mai più niente da mettere, guida al Capsule Wardrobe
aprile 03, 2020


Avrai sicuramente sentito parlare del Capsule Wardrobe, è un termine ormai di uso comune ma sai da dove viene, chi lo ha inventato, cosa significa e come usarlo? 
Il Capsule Wardrobe è un metodo per organizzare l'armadio, creato da Susie Faux negli anni 70. Susie aveva una boutique chiamata Wardrobe e la sua idea era quella di avere pochi capi che possono essere miscelati tra loro per risparmiare tempo ogni volta che dobbiamo vestirci.
Dopo di lei, la designer Donna Karan, nel 1985 ha creato una collezione di vestiti da lavoro interscambiabili che ha chiamato Seven Easy Pieseces, 7 pezzi per vestirsi senza stress prima di andare a lavoro. (Fonte: wikipedia)
 

Perché dovrei avere un Capsule Wardrobe? 

 

Pensa al sollievo che proverai quando aprendo l'armadio avrai i TUOI vestiti ben organizzati, pensa al risparmio di tempo per creare un look che ti faccia stare bene e alla soddisfazione di uscire di casa pronta per ogni occasione.
Hai mai pensato al potere che hanno i tuoi vestiti? Possono farti sentire una Wonder Woman o semplicemente una tizia. Comunicano agli altri chi sei, è un pò il tuo biglietto da visita.
L'aspetto esteriore è la prima cosa che tutti notano ma in questo caso non c'entra essere bella o brutta per gli altri, è più un mi sento bene con me stessa e sono a mio agio in qualunque situazione. Non trovi?
 
Avere un armadio perfetto può essere utile ma non è un obbligo.
 
Prendi qualche consiglio quà e là senza seguire alla lettera tutti gli step, quello che più conta è che alla fine tu non debba più avere la paura di non avere niente da mettere.
 Il primo step è il più difficile, è quello in cui facciamo chiarezza, chi sei, qual'è il tuo stile, come ti vuoi sentire. Tutte domande a cui solo tu puoi rispondere.
 
Solo quando avrai chiaro qual'è il tuo stile è il momento di aprire l'armadio e di fare spazio eliminando tutto ciò che non ti sta bene, che non ti piace che non ti fa sentire a tuo agio.
Tutti i vestiti eliminati non vanno buttati, alcuni che erano in forse, ho deciso di tenerli ma in un armadio separato. Se nei prossimi mesi non andrò a cercarli, allora potrò venerli o donarli come il resto di quelli che ho eliminato.
 
Ti stai chiedendo quanti pezzi servono per avere un Capsule Wardrobe completo?
 
Non esiste un numero esatto, perché ognuna di noi ha esigenze diverse. On line si trovano moltissimi articoli sull'argomento ma il mio consiglio è quello di non pensare ai numeri ma adattare quei consigli alle proprie esigenze.




Il mio armadio è ancora bello pieno ma più organizzato e tutti gli indumenti che sono rimasti sono quelli giusti. Ho usato delle scatole di plastica per riporre felpe e pantaloni per la palestra o vestiti che non fanno parte del mio stile. Devo decidere quali vendere e quali donare.
E il tuo armadio com'è?.


A presto,
Nicoletta